Quattro ragazzini tra i 12 e i 14 anni raccontano il loro quotidiano, le loro speranze per il futuro e i loro timori in una Napoli che non offre loro moltissime chances. Siamo nel 1999 e dopo 13 anni, i ragazzini ormai divenuti adulti, vengono di nuovo invitati a raccontarsi e a fare il punto sulla loro situazione.
Interessante il lavoro di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno su un tema che certamente è ben noto ma che è affrontato in modo originale. La vita dei ragazzi è indissolubilmente legata a Napoli e alla sua storia, e loro stessa sembrano essere consapevoli già da piccoli che “le cose belle” non arriveranno facilmente. E allora tanto vale sognare in grande, immaginare un futuro scintillante da loro quella possibilità di astrazione che rende possibile la vita reale. E forse è per questo che da adulti, tutto sommato, non c’è grande delusione nel constatare che nulla è andato come sperato ma che tutto si è svolto secondo quanto previsto.
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