Due bambini greci, fratelli, lei di 11 lui di 6 anni, vivono col mito del padre mai conosciuto, che, è stato detto loro dalla madre, ora vive in Germania. Si recano ogni giorno in stazione con l’intento di partire per andare a trovarlo e puntualmente tornano indietro, fin quando una sera salgono per dare inizio ad un lungo viaggio iniziatico.
Anghelopoulos con I suoi toni lirici racconta la scoperta della vita di due bambini attraverso la metafora del viaggio. È una scoperta che include molte parti dolorose e che non arriva mai ad un reale compimento, sempre alle prese col mondo che tenta di corromperli o li ignora. Soprattutto per la bambina il viaggio è la scoperta della durezza e della prevaricazione che può mettere in atto l’uomo. L’incontro finale con l’albero, simbolo paterno e generatore conclude il viaggio di scoperta. Fotografia impeccabile e preferenza per scene lunghe con pochi movimenti di macchina puntellano con fermezza lo sbandamento affettivo dei due protagonisti
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