
Sulle rive del Tevere, una prostituta viene trovata morta. Al commissariato di Polizia, sfilano “i soliti noti”, e non solo, per essere interrogati alla ricerca di informazioni. Nessuno racconta quello che ha fatto veramente il giorno precedente.
Esordio alla regia per Bernardo Bertolucci, che mette in scena un film che sembra di Pasolini, in effetti sceneggiatore del lavoro. Al centro dell’attenzione sono le borgate e i personaggi, ambigui e tragici che le popolano, ognuno alla ricerca di qualche espediente per tirare avanti e guardare al giorno dopo. Gli interrogatori diventano il modo per conoscere meglio le abitudini di questi protagonisti, che raccontano storie che magari vorrebbero per sé, mentre vivono tutt’altro. Protagonisti che appaiono essere vittime degli eventi e delle situazioni avverse che inevitabilmente finiscono per incrociare. Un film interessante, per ricostruire le periferie di Roma agli inizi degli anni ’60 e le abitudini dei ragazzi che le popolavano.
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La commare secca di Bernardo Bertolucci
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