Mija è una anziana donna che sta per scoprire di essere affetta da Alzheimer. Allo stesso tempo scopre che il nipote, a cui fa da madre, ha partecipato ad una serie di abusi su una ragazza coetanea che proprio per questo si è suicidata. Il lavoro di badante non è abbastanza per coprire le spese legate alla vicenda, trova rifugio in un corso di poesia che rappresenta l’unica oasi di libertà nella sua vita.
Un film molto intimo quello di Chang-dong Lee, caratterizzato dalla delicatezza che usa per descrivere personaggi e situazioni. Le diverse vicende che scorrono contemporaneamente sono continuamente messe da parte e riprese, come a riprodurre quelle dimenticanze che vive la protagonista a causa della malattia. Un film che parla di poesia e che è raccontato con l’imprevedibilità di una poesia. L’Alzheimer diventa per la donna la chiave per arrivare a quella profonda sincerità interiore necessaria a scrivere dei versi, che riuscirà finalmente a scrivere una volta giunta alla conclusione delle vicende e del suo percorso
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